C’erano una volta i Software Musicali
24 Marzo 2021
Quando è iniziata la computer music e quanto ha influenzato il nostro modo di produrre – e percepire – musica?
Agli inizi degli anni novanta procurarsi sequencer, sintetizzatori, drum machines aveva costi davvero proibitivi, soprattutto se eri uno studente alle prese con le paghette settimanali che servivano essenzialmente per concerti, discoteche (e magari dischi, se eri un aspirante DJ come il sottoscritto), quindi rimaneva ben poco in saccoccia per accaparrarsi l’agognato hardware. Dall’altro lato della staccionata pecuniaria, se l’home computer era entrato di prepotenza nel colorato immaginario di noi “bambini degli anni ottanta”, lo step dai videogiochi ai programmi per fare musica sembrava il passaggio più naturale e meno oneroso.
I tempi erano tuttavia piuttosto dilatati, non c’era una particolare ansia nel possedere sul proprio PC le versioni più aggiornate dei programmi, anche perché non erano così diffuse e non esisteva lo scambio informatico di oggi: nel 94’ iniziammo a utilizzare un programma, davvero basico sia nella grafica che nella performance, simile al personal Desk Mate del Tandy 1000 di fine anni ottanta, tramite cui pilotavamo una tastiera GEM – suoni di batteria inclusi – e su cui strimpellavamo un imponente, quanto leggendario, Korg Polysix (Pink Floyd, giusto per citare una sola band, ma definitiva). Addentrandoci poi nella decade iniziammo a sfruttare programmi come Fast Tracker II con cui producemmo le prime cassette di musica elettronica: un mix di ambient wave sgranato e jungle primordiale, cose che oggi – a recuperarle- sarebbero di gran moda. Verso la fine dei novanta i software più gettonati erano sicuramente HammerHead, grandiosa simulazione di drum machine, Rebirth e Cubase, che ancora oggi ci accompagna nelle sue versioni più aggiornate. Ma c’era chi sperimentava già da prima coi computer: facevano capolino programmi già per il mitico calcolatore Vic20 o addirittura i primi soft/sampler per Amiga 500, con tanto di cartuccia separata nella confezione, la quale fungeva da scheda audio.
Noi di Gong attingiamo sempre dal passato e amiamo reinventare quella suggestione tipicamente lo-fi legata alla prima ondata di computer music, dunque viva i vecchi programmi! Se però volete addentrarvi sul serio nell’argomento, visitate il gruppo Obsolete Computer Music su Facebook, potrete scoprire tantissimo sui vecchi software utilizzati per fare musica “da casa” e magari ritrovare il programma che utilizzavate voi in tempi non sospetti.